Il gruppo di ricerca in Neuropsicofarmacologia dell’Università di Camerino studia i meccanismi neurobiologici coinvolti nella dipendenza da sostanze d’abuso per scoprire potenziali candidati farmacoterapeutici per il suo trattamento. La ricerca si basa su modelli preclinici che hanno lo scopo di riprodurre la condizione umana e che permettono di analizzare molti dei comportamenti associati alla dipendenza, come la motivazione, la sindrome di astinenza e la ricaduta nell’uso di una sostanza. Essi permettono anche lo studio di comportamenti che spesso mostrano co-morbidità con la dipendenza, come spiccata sensibilità allo stress, ansia e sintomi depressivi. Manteniamo da diversi anni una colonia unica di ratti alcol-preferenti, geneticamente selezionati che viene utilizzata per investigare la neurobiologia dell’alcolismo e rappresentano un modello preclinico unico per lo sviluppo di farmacoterapie. Per delucidare i meccanismi neurobiologici alla base della vulnerabilità genetica, lo studio del comportamento è affiancato da altri approcci che consentono di approfondire la neurobiologia dei disturbi studiati. Tra questi vengono impiegati l’analisi delle proteine, dell’espressione genica, tecniche immunoistochimiche nonché la chirurgia intracranica. Queste tecniche hanno permesso di studiare il ruolo di numerosi neurotrasmettitori nell’abuso.